SONO PASSATI 20 ANNI!

di Paolo Berro

 

20 anni dall’uscita del film “Sliding doors”, film del 1998 diretto da Peter Howitt, ma soprattutto 20 anni dal mio incidente, dal mio arresto cardiaco, dal mio coma e dall’inizio di un’altra vita…! Ogni giorno facciamo delle scelte senza che ce ne accorgiamo, dalle più banali a quelle che cambiano o possono cambiare il nostro destino… Ma siamo sempre noi a scegliere? O, meglio, siamo sempre liberi nella scelta oppure, a volte, capita un evento, apparentemente fortuito, che ci proietta in un’altra possibile realtà?

Tutti guardando al passato ce lo siamo chiesti! E se non avessimo detto quella parola? E se non ci fossimo fermati a quello stop? E se fossi stato da tutta un’altra parte?

Le sliding doors, che danno il titolo al film in cui Helen vive in due diversi mondi possibili, cambiano la realtà in base ad un piccolo dettaglio: la loro apertura (o chiusura) in quella metropolitana. A tutti è certamente capitato che il treno abbia chiuso le porte letteralmente in faccia, e sia partito, nonostante le nostre imprecazioni!

Per molti, quel treno chiuso non avrà significato altro che la scocciatura di una attesa più o meno lunga del treno successivo, la mancata lezione in palestra o un ritardo alla solita pizza con gli amici… Per altri, invece, quel treno chiuso avrà rappresentato qualcosa di molto più importante: la mancata presentazione ad un colloquio di lavoro importante, quel ritardo appena sufficiente per lasciare all’amante della vostra metà, chissà, il tempo per svignarsela (proprio come succede in Sliding Doors)…

Usiamo spesso la frase “ultimo treno” o “i treni non passano mai due volte” per indicare tutte le opportunità che ci lasciamo sfuggire o che ci sbattono letteralmente le porte in faccia! Una metafora esistenziale molto semplice e potente. A volte, infatti, proprio come succede con i treni che perdiamo/prendiamo, siamo consapevoli che alcune decisioni, prese o mancate, potranno essere un reale un punto di svolta nella nostra vita. Altre volte non le prendiamo noi ma ci prendono in pieno, ci investono, si schiantano su di noi!

Oggi è un giorno simbolico per me, una serie di coincidenze hanno reso il 2 maggio una data di svolta, e spesso mi ritrovo a pensare – come succede nel film – “cosa sarebbe successo se io…?” Se avessi detto sì ad una persona piuttosto che ad un’altra, se avessi detto no a uno dei ricordi più belli della mia vita… A volte mi chiedo come sarebbe se potessimo vedere il film della nostra “vita alternativa”… Saremmo ora più felici? Sempre gli stessi? Nello stesso posto? Credo fortemente nella teoria di “The butterfly effect”: ogni nostra azione, anche la più piccola come il battito di ali di una farfalla, dà inizio ad una serie concatenata di eventi che producono un effetto, anche sostanziale, su tutta la terra! Uno degli errori che commettiamo è quello di pensare alla nostra “vita alternativa” come se solo noi avessimo un diverso ruolo da giocare. E invece dovremmo chiederci quale effetto avrebbe prodotto non solo su di noi ma su tutto il microcosmo che ci circonda… Alla fine potremmo essere diversi noi, potrebbero farci cambiare gli altri e/o noi stessi potremmo indurre un cambiamento nelle persone a noi vicine…

Sicuramente, senza quell’incidente, senza questa carrozzina, senza questa immobilità, la mia vita, quella dei miei cari, quella dei miei amici veri, dei miei amori e di tutte le mie conoscenze sarebbe certamente, almeno, un po’ diversa! Ma senza quell’incidente ora potrei non esserci, potrei essere diverso, potrei non aver capito quanto speciali sono i miei genitori, potrei non essermi accorto di quanto stupendi e fantastici siano i miei amici, potrei non aver conosciuto molte delle persone che oggi conosco, potrei non aver avuto la percezione di quanto sia in grado di dare e di amare, di quali siano le mie vere potenzialità e quanto forti siano i miei valori! Perciò confermo quello che in questi 20 anni ho sempre pensato e che ha fatto sempre scandalizzare molte persone che me l’hanno sentito dire: io sono felice così, dell’uomo che sono, di ciò che i miei genitori mi hanno insegnato, di ciò che riesco a dare e di ciò che lascio ai miei amici, dell’amore che riesco a dare e ricevere, di tutti i miei traguardi e di tutte le mie conquiste! E sono felice che quel 2 maggio del 1998 quelle porte si siano aperte o chiuse, ormai non ha importanza!

Sono felice di esserci e ringrazio tutti coloro che, a loro modo, hanno preso il mio treno!

Paolo


Paolo Berro, anni 42, residente a Castelfranco Veneto,  gravemente tetraplegico dal 1998 per un incidente stradale, si è riabilitato presso l’Unità Spinale di Negrar dove è entrato in contatto con il GALM..

Successivamente ha conseguito due lauree in ingegneria meccanica e logistica della produzione, collabora con Wind nel settore ricerca e sviluppo, ha sviluppato alcuni progetti di ausili per persone con disabilità motoria. ( http://www.paoloberro.it/)