“Rinascere” racconta la storia di Manuel Bortuzzo, datata 2 febbraio 2019, ma sembra ieri che questo promettentissimo diciannovenne nuotatore in odore di piazzamento olimpico sia stato ferito con dei colpi di pistola da due piccoli delinquenti, tanto “piccoli” da sbagliare anche il vero bersaglio del loro odio, proprio la sera della prima festa, del primo ballo lento con la sua innamorata. Una diagnosi dapprima nefasta (solo dopo un pò apertasi ad una minima speranza, un ‘filo’ di midollo non lesionato, uno spazio di 12 benedetti millimetri oltre il quale il proiettile avrebbe fatto la differenza dal vivere al morire) e la molla compressa del suo bisogno del nuoto, per mesi imprigionata in un involucro inerte che lui non accetta e non riconosce, Manuel sulla carta è destinato ad un futuro già scritto, un percorso obbligato… seduto. Ma non sarà così. Perchè è abituato a cambiare elemento, a mettersi in gioco, a sfidare e a sfidarsi. I soccorsi ricevuti tempestivi ed adeguati, il sostegno di una famiglia unita, lo stato nascente di un nuovo amore, tanto caro al sociologo Alberoni e così potente da innescare un moto di rivoluzione, gli aprono una finestra sul suo ’dopo’, accendono La Scintilla.
Ognuno di noi si confronta prima o poi nella propria vita con il male, il dolore, la perdita, che sono entità oggettive, concetti. Ma quando vengono a cercarci, e i loro effetti si concretizzano, diventano crudelmente soggettive, si insinuano nella nostra esistenza devastandoci, lasciandoci esausti, svuotati.
Chi abbia, o a chi scatterà, la Scintilla, non è dato sapere in anticipo. Una violenza sessuale può ‘uccidere’ psicologicamente una persona, ma anche farla diventare testimone implacabile contro chi si è reso colpevole. Un giovane bullizzato, un dipendente vittima di mobbing possono soccombere al quotidiano, oppure ergersi con forza contro i persecutori. Perdere un grande amore può spezzarti la mente oppure farti uscire da te stesso ed aprirti al mondo. Non puoi controllare un coma profondo, ma puoi pilotare la tua carrozzina per mille strade, per mille esperienze, se decidi di imparare a guidarla. Così Manuel, nuotatore provetto (“L’acqua è il mio elemento”, cita uno dei capitoli del libro), futuro da campione nel mezzofondo tra le corsie delle piscine (“L’odore del cloro” è un altro capitolo), scopre di avere dentro anche il fuoco necessario per rialzarsi. Quando il padre gli dice che è ora di riprendersi tutto, capisce che può essere vero, che può farcela. E allora, perchè accontentarsi ‘solo’ di riemergere dalla carrozzina… qui si gioca per vincere… e lui vuole rimettersi in piedi, letteralmente, dritto sulle sue gambe. Lo sta facendo davvero, sapete, e quindi il libro non ha una vera chiusura. Apre ad un altro cammino.
LE DISCESE ARDITE E LE RISALITE SU NEL CIELO APERTO E POI GIÙ IL DESERTO E POI ANCORA IN ALTO CON UN GRANDE SALTO… lo ricordate?
Uno dei grandi poeti pop italiani, Giulio Rapetti in arte Mogol, si è guadagnato il titolo dando testo, significato ed emozioni alle note musicali, soprattutto di Lucio Battisti. Per lui, Mogol ha scritto queste parole, il percorso inderogabile, ineludibile, di chiunque di noi abbia subito una perdita, un danno, e abbia lottato per “Rinascere”: una puntuale parabola della nostra esistenza.
A cura di Valeria Sani