Come descritto nel titolo, questo è il racconto di alcuni giorni passati in famiglia e in una natura stupenda, necessariamente suddiviso in giornate:
Agosto 2024 – secondo giorno: La VAL VENEGIA e la BAITA SEGANTINI

Da Canale D’Agordo, saliamo a Falcade e proseguiamo verso Passo San Pellegrino, ma poco dopo aver lasciato questo bel paesotto, ben esposto al sole, proprio su un tornante prendiamo a sinistra perché la nostra meta oggi è la Val Venegia, molto nota ed anche molto frequentata, perché bella, perché sicura, perché offre passeggiata facile anche per le famiglie con bambini e/o con passeggini.
È bella e facile anche per i disabili ma con qualche attenzione e riguardo.
Lasciata la strada provinciale, appena entrati sullo sterrato si possono trovare dei parcheggi, un solo parcheggio riservato con tanto ti tabella subito a sinistra che tanto ho sempre trovato occupato, ma nessun problema, esiste la possibilità di salire anche dopo la prima sbarra chiedendolo al personale di servizio. Dopo un km circa esiste un secondo parcheggio in prossimità della prima malga, quella che dà il nome alla vallata, Malga Venegia. Da lì si prosegue a “piedi”.

Passo indietro, per i più avventurosi e dovutamente attrezzati di Triride, in prossimità della prima sbarra, inizia anche un sentiero interno al bosco che io ho fatto l’altra volta con un solo piccolo aiuto su un passaggio un po’ scivoloso, avendo trovato posto auto proprio all’inizio della vallata. Si, sono già stato in questa vallata alcuni anni fa, quella volta solo con il Triride base e ho percorso la strada sterrata ma ben tenuta sino alla seconda malga, quella chiamata Venegiota.
Ognuno di noi possessori di Triride, deve conoscere bene le proprie caratteristiche, di corporatura, di mezzo meccanico e capire fino a dove può arrivare. Io, la volta scorsa, mi sono fermato alla Malga Venegiota, perché già nell’ultimo pezzo prima della malga, mi son dovuto far aiutare perché slittavo nel tratto di salita particolarmente ghiaioso, probabilmente altri carrozzati più leggeri forse sarebbero saliti in autonomia. 

Ma qui inizia un’altra storia.
Quest’anno ero motorizzato anche con MTW sempre di Triride, grazie al quale non ho chiesto aiuto a nessuno, mi sono portato un paio di zaini, e sono andato bel oltre la Malga Venegiota. Con tutti i miei compagni di viaggio siamo saliti sino al punto in qui si incontra un canalone di ghiaia, circa un km oltre la malga. Li ci siamo accampati per un po’, rigorosamente ristorati con le leccornie portate da casa e poi, conscio che altri colleghi Tririders mi avevano preceduto sul salitone che portava sino alla Baita Segantini (2200 mt slm) mi sono avventurato …
Il primo tratto, quello sopra il ghiaione va fatto a passo d’uomo, si balla parecchio fra un sasso e l’altro, e … povere carrozzine. Al primo tornantino subito dopo trovo un piccolo cartello con la scritta – Baita Segantini 2,5 km. Guardo la strada, è parecchio in salita, è sterrata ma affrontabile, per cui pigio sull’acceleratore della mia carrozzina Triride e MTW (non si sale senza) e via. Devo dire che guardando in su sembrava di non arrivare mai. Dopo ogni tornante, c’era sempre una nuova salita e una nuova curva, fino a quando finalmente dopo l’ennesima curva, si intravvede in lontananza la cima, la Baita Segantini. Sarò sciocco, ma arrivato lì mi prende un senso di soddisfazione particolare. Nonostante il tempo non bello, le nuvole basse che ci girano attorno e che giocano a nascondino con le cime dei monti che ci circondano, c’è tanta gente in giro. Chi seduto sui prati e ben coperto, chi sulle panche della baita a degustare, chi intorno al piccolo laghetto che funge da ristoro per le mandrie al pascolo, insomma non ci si sente soli.
Mi incuriosiscono le persone che sulla sinistra della Baita, superano una piccola salitella con un piccolo gradino a metà e scompaiono alla mia vista a causa di un piccolo promontorio. Sono curioso, salgo e scopro che nascosto alla mia vista, c’è invece un punto panoramico davvero bello, attrezzato con seggioline e totem informativi. Uno spettacolo. Mi raggiungono nel frattempo i due camminatori del mio gruppetto familiare e scattano obbligatorie anche le foto da lassù, con nuvole e sole che continuano a giocare fra loro.
Piano piano poi ridiscendo, in tranquillità e sicurezza grazie anche al freno motore del 3×3 e mi gusto il panorama che prima, all’andata, in salita, troppo concentrato a non sbagliare, non mi ero gustato. Una meraviglia davvero. 
Il gruppo intero si riunisce a Malga Venegiota, dove una birra invece che uno yogurt di produzione locale non può e non deve mancare.
Questa la mia giornata nella Val Venegia.

Un Tri-Rider in Val Venegia