Abbiamo scelto di riproporre anche sul nostro sito associativo, questo articolo già pubblicato sul nostro “L’Informatore” in una edizione passata ma recente. Crediamo possano essere di interesse collettivo, che parla di incontri finalizzati alla prevenzione degli incidenti stradali ai quali hanno partecipato con il proprio contributo di testimonianza alcuni nostri associati.
Il 3 dicembre 2024 ho avuto l’onore di essere uno dei relatori nell’aula magna del liceo Pigafetta di Vicenza, davanti a oltre cento giovani, carichi di curiosità e pronti a lasciarsi coinvolgere. Con me c’era Mario Tinti, collega e amico, con il quale condivido l’impegno nel progetto D.I.P.I.S. – Divulgazione Informazione Prevenzione Incidenti Stradali. Il nostro obiettivo era chiaro: far riflettere questi ragazzi sull’importanza di comportamenti responsabili sulla strada, non con moralismi, ma con storie reali, immagini e testimonianze che potessero lasciare un segno. La prima parte dell’incontro l’abbiamo dedicata alla proiezione di video e foto. Ogni immagine scelta con cura, ogni fotogramma che scorreva sullo schermo portava con sé una storia, spesso tragica, altre volte di speranza. Non abbiamo mostrato numeri o statistiche aride; abbiamo raccontato volti e vite. Volevamo che questi ragazzi vedessero oltre il dato, che capissero che ogni incidente stradale non è solo un numero su un report, ma una vita cambiata per sempre.
Durante la proiezione, ho percepito un silenzio carico di emozioni. Erano attenti, concentrati. E proprio quando il silenzio si stava facendo quasi insostenibile, abbiamo dato voce a due ospiti straordinari: Alberto Danzi e Caterina Biscaro, entrambi membri del GALM che ha sede a Pedemonte (Gruppo Animazione Lesionati Midollari).
Alberto e Caterina hanno accettato di condividere le loro storie. Con coraggio e autenticità, hanno portato in quella sala il peso e la forza delle loro esperienze di vita. Alberto, dall’età di due anni, vive su una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale. Caterina, invece, è rimasta paralizzata a seguito di complicazioni successive a un intervento chirurgico al cuore. Nonostante la diversità delle loro storie, entrambi trasmettevano lo stesso messaggio: ogni decisione, ogni istante può cambiare tutto.
Caterina, con un sorriso che nonostante tutto illuminava la sala, ha parlato del dolore, sì, ma anche della sua resilienza, della scoperta di nuove possibilità. Alberto, con un tono più deciso, ha raccontato quanto sia importante rispettare le regole, non solo per sé stessi, ma per chiunque si incontri sulla strada. Entrambe hanno trasmesso con forza un messaggio: la vita, anche quando ci mette di fronte a prove immense, può essere affrontata, ma è nostro dovere fare di tutto per prevenire che quelle prove arrivino. Mentre Alberto e Caterina parlavano, l’atmosfera nell’aula magna era unica. Si poteva quasi toccare la tensione emotiva, il coinvolgimento dei ragazzi. Li vedevo annuire, scambiarsi sguardi di consapevolezza, forse ripensando ai loro comportamenti quotidiani. E in quei momenti, ho capito che il nostro messaggio stava passando.
Non è semplice, con il frastuono delle informazioni che ogni giorno travolge i giovani, trovare un momento in cui davvero ascoltano e interiorizzano. Ma in quella sala, con quelle storie e quelle emozioni così reali, sapevo che stavamo facendo la differenza. Concludendo l’incontro, ho guardato quei volti e ho pensato al motivo per cui ho scelto di fare portare avanti questa “Mission”. Prevenire non significa solo dare regole; significa raccontare, far vedere, emozionare. Significa far capire che ogni vita vale, che ogni gesto può salvare non solo sé stessi, ma anche gli altri. Quando siamo usciti dall’aula magna, Mario, Alberto, Caterina e io ci siamo scambiati uno sguardo di soddisfazione. Sapevamo di aver seminato qualcosa di importante. Ora spetta a loro, a quei ragazzi, raccogliere quei semi e farli crescere, rendendo il mondo un po’ più sicuro, un gesto alla volta. Mentre rientravo a casa, con la stanchezza di una giornata intensa, mi sono sorpreso a sorridere. Il cambiamento non è mai immediato, ma si costruisce un passo alla volta. E il 3 dicembre, al liceo Pigafetta di Vicenza, credo che abbiamo fatto un grande passo.

