Dopo anni inutili battaglie, i furbetti dei pass disabili sono finalmente sconfitti. E gli stessi disabili avranno enormi vantaggi perché non saranno più costretti – come oggi – a comunicare in ogni comune italiano le proprie targhe, al fine di evitare sanzioni da quasi 100 euro comprese le spese di notifica. La svolta arriva dal decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”, in vigore dallo scorso 17 luglio, denominato anche “DL Semplificazione”. E se il decreto verrà convertito in legge, e nulla lascia intendere il contrario, ci sarà entro la fine dell’anno una enorme novità sulla mobilità delle persone con disabilità, in modo particolare nell’accesso ai centri storici italiani, dove sono attive le cosiddette “zone a traffico limitato”, con apposite telecamere che producono verbali a raffica ai veicoli non autorizzati.
Grazie alla creazione della banca dati nazionale dei pass disabili infatti le Polizie Locali saranno finalmente in grado di contrastare uno dei fenomeni più incivili sulle nostre strade e come oggi verificano in tempo reale la copertura assicurativa, la revisione del veicolo, la validità della patente, entro fine anno, si spera, ci sarà la certezza di sapere se quel veicolo con una determinata targa (rispettando perciò la privacy) aveva diritto ad accedere ad una ZTL, a transitare su una corsia preferenziale, ma anche a parcheggiare legittimamente sugli stalli riservati spesso abusivamente occupati. “E’ una questione di civiltà – spiega il Comandante della Polizia Locale di Verona Luigi Altamura, esponente in Anci per la sicurezza stradale – e l’aumento dei controlli porterà a difendere i veri disabili. Chiediamo però al Parlamento di fare in fretta, perchè servono strumenti tecnologici come abbiamo attivato a Verona con il sistema informatico “Giano” che ci ha permesso di scovare falsi disabili dopo aver accertato il decesso all’anagrafe. Oggi poi esiste anche la possibilità di collegarsi all’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente a cui le Polizie Locali dovranno avere un accesso riservato proprio per le verifiche immediate.” La “questione di civiltà” a cui fa riferimento Altamura è legata al fatto che verranno finalmente superati i gravi problemi legati alle migliaia di verbali annullati dai Prefetti e Giudici di Pace a causa del transito di veicoli a bordo dei quali vi erano disabili, perciò autorizzati per legge, ma residente in altre province. Sono enormi infatti i costi di notifica per i Comuni dei verbali indebiti e di conseguenza annullati a disabili che avevano diritto a circolare nelle ZTL italiane, ad oggi oltre 330 quelle attive non solo nei capoluoghi di provincia ma in molte località turistiche, anche minori.
Stesso diritto viene riconosciuto quando circolano sulle corsie preferenziali videosorvegliate, sempre e solo se a bordo del veicolo si trova il disabile.
Ma il tema fondamentale è quello che fino ad oggi non esiste una banca-dati nazionale che contenga i soli dati delle targhe autorizzate, a cui le singole amministrazioni comunali hanno rilasciato un pass disabile europeo, nel pieno e totale rispetto della privacy delle persone a cui è riconosciuto il diritto dal Codice della Strada. Si era tentato con la legge di Bilancio 2019, quando l’allora Ministro della Famiglia aveva fatto inserire specifiche norme sull’accessibilità ai trasporti, sulla mobilità personale, con l’istituzione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di un apposito Fondo per l’accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità. Ma non se ne fece nulla.
Il Fondo di 5 milioni di euro doveva essere destinato alla copertura finanziaria di interventi finalizzati all’innovazione tecnologica delle strutture, contrassegno e segnaletica per la mobilità delle persone con disabilità.
Un apposito decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro per la famiglia e le disabilità, il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro dell’interno, previa intesa in sede di Conferenza unificata sentiti l’Automobile Club d’Italia – ACI e le associazioni delle persone con disabilità comparativamente piu’ rappresentative a livello nazionale, avrebbe dovuto definire annualmente gli interventi finalizzati alla prevenzione dell’uso indebito del pass disabile nonche’ per l’innovazione tecnologica delle strutture, el contrassegno e della segnaletica per la mobilità delle persone con disabilità. Dopo diversi incontri presso il Ministero dei Trasporti però nulla si era mosso, mentre le attività di controllo su strada di molte Polizie Locali avevano portato allo scoperto falsi pass invalidi, altri utilizzati indebitamente perché la persona disabile era deceduto da anni, piuttosto che allettato in ospedali o in case di riposo da molti anni ed impossibilitato a muoversi.
Insomma una situazione di anarchia nazionale sempre più evidente nelle città, con proteste anche delle singole associazioni che tutelano queste persone. Ora la svolta, con l’articolo 29 titolato “Disposizioni per favorire l’accesso delle persone con disabilità agli strumenti informatici e piattaforma unica nazionale informatica di targhe associate a permessi di circolazione dei titolari di contrassegni”.
Il Fondo previsto dalla legge di bilancio del 2019 avrà così lo scopo di istituire una piattaforma unica nazionale informatica, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nell’ambito dell’archivio nazionale dei veicoli, cioè presso la Motorizzazione centrale, proprio allo scopo di consentire la verifica delle targhe associate a permessi di circolazione dei titolari di contrassegni disabili, proprio al fine di agevolare la mobilità, sull’intero territorio nazionale, delle persone titolari dei predetti contrassegni. Insomma una vera svolta epocale perché i Comuni, avendo già i collegamenti informatici attivi con il Ministero dei Trasporti, potranno segnalare esclusivamente le targhe, nel pieno rispetto della privacy, e permettendo immediatamente di cessare una targa collegata ad una persona deceduta o che non abbia più diritto in caso di disabilità temporanea in base alle certificazioni mediche presentate agli sportelli. Entro tre mesi il MIT, d’intesa con il Ministero dell’Economia, il Ministero dell’Interno, sentite le associazioni delle persone con disabilità comparativamente più rappresentative a livello nazionale, previa intesa in sede di Conferenza unificata dovrà indicare le procedure per l’istituzione della piattaforma nel rispetto dei principi applicabili al trattamento dei dati personali.