Quinto incontro dello Sci-European Platform for research into spinal cord injury
di Valentina Moro
Lo SCI-Research Group, il Gruppo Internazionale di Ricerca sulle Lesioni al Midollo Spinale di cui il GALM è stato cofondatore, è giunto al sesto anno di attività e ha realizzato nel novembre scorso, il suo quinto incontro di confronto e progettazione. La piattaforma, nata dalla collaborazione del laboratorio di ricerca coordinato dalla prof.ssa Valentina Moro e dal Dottor Michele Scandola del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona, con il Dipartimento di Riabilitazione diretto dal dott. Renato Avesani e il GALM (Gruppo Animazione Lesionati Midollari), vede la partecipazione di laboratori di ricerca in Italia e all’estero e di numerose Unità Spinali. Al già numeroso gruppo di partner si è aggiunto quest’anno il gruppo dell’Hospital Nacional de Parapléjicos di Toledo, la più importante realtà riabilitativa per le lesioni spinali in Spagna, diretta dal Dott. Antonio Oliviero. Le colleghe di Toledo Angela Brocalero Camacho e Yolanda Perez Borrego hanno infatti raccontato ai presenti la realtà spagnola delle lesioni spinali e l’organizzazione dell’ospedale in cui lavorano. Un importante apporto agli studi in corso arriva da questo gruppo con cui è in progettazione uno studio rispetto ai cambiamenti delle funzioni cognitive che possono insorgere dopo lesione spinale e ai potenziali effetti secondari dovuti alla concomitanza di trauma cranico, la presenza di ipotensione, i disturbi del sonno e del respiro, nonché l’uso di farmaci. Sempre in ambito riabilitativo si colloca l’intervento del Dottor Ionta, del Sensory-motor lab (SeMoLa) del Dipartimento di Oftalmologia dell’Università di Losanna, in Svizzera. Il collega ha mostrato i dati dello studio di Risonanza Magnetica Funzionale cui alcuni membri del GALM hanno partecipato, con il sacrificio di impegnativi viaggi fino a Losanna effettuati prima e dopo un ciclo di riabilitazione per registrare i cambiamenti nelle attivazioni cerebrali associabili al training motorio. Le loro fatiche non sono rimaste senza effetto, visto che lo studio sembra dimostrare che un cambiamento nelle attivazioni cerebrali si realizza proprio nelle cortecce che hanno a che fare con la percezione e forse rappresentazione del corpo. In altre parole, il training riabilitativo non agirebbe solo in termini funzionali, direttamente sulle capacità motorie, ma indurrebbe anche dei cambiamenti legati alla percezione del corpo, a loro volta potenzialmente vantaggiosi in termini funzionali. A chiudere la prima parte della giornata, tutta dedicata all’ambito della Riabilitazione e per questo particolarmente gradita ai partecipanti, l’intervento del dottor Federico Ferrari, dell’IRCSS Sacro CuoreDon Calabria di Negrar, che ha presentato un’accurata revisione della letteratura riguardante il dolore negli esiti di lesione spinale e ha discusso alcune possibili linee di intervento. Questa parte del programma ha, quest’anno più che altre volte, rappresentato lo spirito e le finalità del SCI-Research group. Infatti, obiettivo principale della nostra ricerca è l’individuazione di meccanismi e processi che possano essere utili nell’attività riabilitativa e che permettano non solo di restituire la massima autonomia alle persone, ma anche di accelerarne i tempi di recupero. Una ricerca applicata, dunque; non confinata all’interno di laboratori, ma inserita profondamente nelle realtà concrete che si occupano del recupero dopo lesione e quindi in strettissima e continua collaborazione con le realtà territoriali di riabilitazione. Nella seconda parte dell’incontro, l’attenzione si è spostata verso un ambito recente della ricerca neuroscientifica e ad oggi quasi completamente inesplorato per quanto riguarda le lesioni spinali, la componente interocettiva della percezione somatica. Con Interocezione, si intende tutto l’insieme di informazioni che ci arrivano dall’interno del nostro corpo, per esempio quelle legate al battito cardiaco, alla respirazione, ma anche agli organi interni e alla sudorazione. Recenti evidenze mostrano che questo tipo di informazione può avere un ruolo importante nel mantenere la rappresentazione del corpo e, di grande interesse per le lesioni spinali, forse anche nel modulare il dolore. Alessandro Monti, del SCNLab dell’Università La Sapienza di Roma, ha presentato i suoi interessantissimi dati sulle relazioni tra interocezione e rappresentazione corporea, introducendo gli uditori a un nuovo progetto di ricerca che la Piattaforma ha avviato riguardante l’interocezione nelle lesioni spinali. Il progetto, che si svilupperà in due parti, analizzerà prima quali aspetti dell’interocezione si modifichino dopo lesione, con particolare interesse ai processi che si potenziano, a causa dell’assenza di altre informazioni somatiche. Quindi, nella seconda parte dello studio, si andrà ad analizzare come questi processi incidano nelle rappresentazioni e nella consapevolezza del proprio corpo. Ha chiuso la giornata il Dottor Michele Scandola, che tornando al tema del dolore ha raccontato i risultati dei dati raccolti negli scorsi anni sugli effetti dell’integrazione delle informazioni interocettive cardiache e visive sul dolore. Lo studio, realizzato con il centro Neuroprosthetics dell’EPFL di Losanna apre la strada a possibili forme di modulazione del dolore, basate proprio sui processi interocettivi.
E così anche quest’anno, in una sola giornata abbiamo raccontato anni di lavoro: disponibilità dei soggetti con lesione spinale prima di tutto, a partecipare agli studi pur sapendo di non averne alcun vantaggio immediato; collaborazione e fiducia delle realtà riabilitative, che dimostrando apertura e disponibilità mentale e culturale sono disposte a sondare strade nuove ed inesplorate, con l’unico scopo di trovare risposte possibili e attuabili; entusiasmo e lavoro da parte dei ricercatori, che nonostante siano chiamati a rispondere a domande di conoscenza, non perdono di vista il bene più prezioso, cioè la possibile ricaduta dei loro studi nell’attività clinica. E’ solo la capacità di procedere assieme, con il rispetto delle priorità e delle esigenze di ognuno, che permette a questo gruppo di continuare a lavorare e a produrre conoscenza. Un grazie sentito, quindi a tutti coloro che nelle varie forme partecipano al progetto.
Prossimo appuntamento per il 27 marzo, in Università a Verona, quando il Dipartimento di Scienze Umane ospiterà il Presidente Regionale del Comitato Paralimpico Ruggero Vilnai ed alcuni atleti olimpionici della nostra città, che si stanno preparando alla nuova sfida delle prossime Olimpiadi. Una sfida che è loro, ma un po’ di tutti noi (per gli interessati, ulteriori informazioni dell’incontro saranno disponibili presso il Galm e nei siti dell’Università di Verona e del NPSY.Lab-VR).
(Locandina di F. Santoni)