Affollatissimo il convegno che si è svolto nella sede dell’Ordine degli Architetti [introdotto con questo precedente articolo]
Oltre 200 persone, ieri sera (6 dicembre), hanno partecipato al convegno Verso il GRANDE Castelvecchio a Verona, che si è svolto nella sede dell’Ordine degli Architetti agli ex Magazzini Generali.
I molti partecipanti, ben oltre le aspettative degli organizzatori, hanno così dimostrato di condividere il percorso, se non ormai “battaglia”, intrapreso dal 2019 dall’associazione Civica Alleanza di ampliare gli spazi museali di Castelvecchio, inglobando anche l’area riservata al Circolo degli Ufficiali.
Cordata apolitica e apartitica
La cordata apolitica e apartitica, riunisce associazioni, enti e singoli cittadini che intendono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di una crescita organica del Museo di Castelvecchio negli spazi dell’intero complesso fortificato scaligero, com’era previsto al momento della trasformazione del castello in museo che risale addirittura al 1926.
«Poiché all’epoca circa 2.000 metri quadrati del castello erano occupati dal Circolo Ufficiali, fu stabilito che lo stesso potesse provvisoriamente continuare a occupare i locali finché l’istituzione veronese non ne avesse reperito altri di idonei dove trasferirlo», ha ricordato il presidente della Civica Alleanza, Stefano Dindo. «A seguito di varie e articolate vicende la situazione rimane a oggi inalterata».
La porzione occupata dal Museo Civico (3.500 metri quadrati coperti e 3.300 scoperti) è di proprietà del Comune di Verona, quella del Circolo (oggi Circolo Unificato dell’Esercito) misura 2.000 metri quadrati coperti e 1.600 scoperti ed è di proprietà statale.
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Sessant’anni dal restauro
«Dopo sessant’anni dall’intervento restaurativo di Carlo Scarpa, il Museo di Castelvecchio non soddisfa più gli standard oggi assolutamente necessari. Mancano spazi adeguati ai servizi essenziali per ogni categoria di visitatori e per il personale».
Fra le principali urgenze vi è quella messa in luce da Giacomo Murari del Galm (gruppo animazione lesionati midollari) si muove in carrozzina da anni e ritiene che l’ampliamento di Castelvecchio sarebbe utile anche per rendere l’intero museo più accessibile a tutti e tutte. «Nonostante gli sforzi già profusi in passato, oggi come oggi il museo è accessibile solo in parte per chi, come me, si sposta su una sedia a rotelle e può visitare il museo solo seguendo percorsi non canonici», dice. «Ampliarlo consentirebbe di riprogettare gli accessi in modo inclusivo».
Le criticità
Una delle criticità che fa più scalpore è poi quella della presenza di un solo servizio igienico, alla turca, per gli oltre 267.000 visitatori annui, insieme alla mancanza di servizi essenziali quali il guardaroba, la caffetteria, assenza di climatizzazione, assenza di aree per la preparazione alla visita, di aree per l’attività didattica, forzata carenza dell’esposizione delle collezioni.
«Non c’è contrapposizione fra le esigenze del museo e quelle delle Forze Armate, ma la doverosa presa d’atto dei rispettivi ruoli nella società attuale», insiste Dindo. «Il Museo di Castelvecchio, che può rivestire un ulteriore peso crescente e determinante nell’offerta culturale turistica veronese, può espandersi solo nel castello, mentre il Circolo può svolgere la sua attività in qualsiasi altra sede confacente».
Il volume
Durante la serata sono andati a ruba i volumetti realizzati per l’occasione a cura di Anna Pasti e Alberto Vignolo, con i testi di Stefano Dindo, Paola Marini e Francesco Monicelli e, soprattutto, le molte fotografie di Guido Zanderigo, che affrontano dal punto di vista storico, culturale e tecnico l’intera problematica e le soluzioni proposte.
«Il volume sul Grande Castelvecchio non è in vendita, ma utile a diffondere la buona novella di ampliare il museo», evidenzia Pasti. «Andremo senz’altro in ristampa visto che sono stati esauriti a fronte della grande partecipazione di gente venuta all’incontro».
«Le immagini proposte sono di scorci inediti nel bene e nel male», fa presente Vignolo. «Sono raccolte anche le criticità come il noto bagno alla turca, unico a disposizione della migliaia di visitatori. L’obiettivo è allargare il museo comprendendo anche la parte occupata ora dal Circolo Ufficiali, e al contempo trovare una sede altrettanto accogliente per le attività del circolo stesso».
Un patrimonio da adeguare
«Sono grata e ammirata dell’impegno dei soci della Civica Alleanza», commenta Paola Marini, già direttrice del Museo di Castelvecchio. «Il patrimonio culturale, come le relazioni personali, ha bisogno di essere mantenuto e aggiornato. Credo che non possiamo vivere della rendita di chi ha avuto la scelta felice di chiamare un grande architetto, come Carlo Scarpa. Sono passati più di 60 anni e dobbiamo adeguare l’offerta alle esigenze attuali. I musei sono diventati sempre più dei luoghi vivi e dei punti di incontro della comunità ed è necessario l’impegno di tutti per non cadere nella trappola dei numeri del turismo, cresciuti a dismisura dopo il Covid, ma che, se non gestiti correttamente e accompagnati da un investimento culturale, rischieranno di travolgerci e di ritorcersi contro le nostre comunità».
fonte L’Arena