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Fornire risposte
Dopo qualche settimana dalla comparsa del “green pass”, atteso che si facesse chiarezza sugli inevitabili disguidi iniziali, ho dovuto ricorrere al sito governativo per avere dei chiarimenti. La faccenda è piuttosto personale ma merita di essere descritta per trarne poi delle considerazioni. Mia figlia, residente in Italia, ma domiciliata per ragioni lavorative in Francia, si è vaccinata là in quanto lavoratrice in ambiente sanitario. Aveva previsto di sposarsi a fine luglio e quindi, in ottemperanza alle regole sulle cerimonie e sui movimenti tra stati, ha iniziato a chiedere di avere il green pass. Risparmio tutte le telefonate con il distretto sanitario locale ( con attese interminabili al telefono), in regione, al medico di famiglia etc per avere delucidazioni. Dopo vari tentativi arriva il suggerimento dalla Regione di inviare giustamente il certificato di vaccinazione effettuata in Francia. Fatto tutto e verificato dopo qualche gg che il tutto apparisse nel fascicolo sanitario. Uno dice cosa fatta!. Invece no. Non si puo’ emettere il green pass. Il tempo stringe, il matrimonio si avvicina, si sa, un po’ di agitazione è la regola. Chiede il mio intervento non potendo lei rimanere attaccata al telefono. Trovo un sito governativo con indirizzo mail dove scrivere per avere risposte sul famoso lasciapassare. Inoltro la cortese richiesta per conoscere come fare ad avere il documento. Immediata risposta che inizia con: gentile utente la sua domanda è stata presa in carico con il numero 111111 ( di ìco a caso). No reply!. Bene, un passo avanti.
Dopo 10 gg non avendo ottenuto risposta riformulo il quesito aggiungendo che la precedente richiesta era stata presa in carico con il numero 111111. Immediata risposta no reply che dice cha la mia richiesta è stata presa in carico con il numero 222222 ( a caso). La cosa comincia ad infastidirmi. Lascio passare 10 gg e riformulo il quesito sempre precisando che lo stesso era stato preso in carico con il numero 111111 prima, 222222 dopo. Immediata risposta no reply che il mio quesito è stato preso in carico con il numero 333333( sempre a caso). La faccio corta. Alla fine mia figlia si è fatta fare il green pass in Francia ( ma sarebbe pare spettato all’Italia rilasciarlo) e si è precipitata in Italia a sposarsi e a farsi le vacanze.
La cosa sarebbe passata nel dimenticatoio se oggi non mi fosse arrivata una mail ( noreply) dal sito del governo che sostanzialmente dice che rispetto alla pratica numero 333333…l’indirizzo dal primo ottobre non è più attivo e di rivolgersi al numero xy per notizie sul green pass.
Non è certo la prima volta che mi accade che risponditori automatici tentino di rassicurare il cittadino che la sua richiesta è stata presa in carico e si metta tranquillo che prima o poi la risposta arriverà. ( se arriverà). E’ comprensibile che ci sia attesa, comprensibile anche che non ci sia una miriade di tecnici pronti a rispondere per e mail. Appare tuttavia anonimo, poco rispettoso, lontano dalle esigenze del cittadino il modo “informatico” di rassicurare, concedendoti un numero. Lontani i tempi nei quali si voleva far credere che il cittadino non era una entità numerica ( vi ricordate la battaglia sui pazienti come numeri?), poco credibile anche tutta l’enfasi sull’umanizzazione dei rapporti ad esempio nei luoghi di cura.
Se poi passiamo dalla parte di chi quella risposta attende…beh si potrebbero fare molte considerazioni. Quante volte “ il cittadino” aspetta inutilmente risposte? quante volte le associazioni chiedono, inoltrano richieste, propongono incontri e rimangono in attesa? Sia chiaro ci sono sempre delle priorità da evadere. Specie in epoca COVID.Ma non è detto che la richiesta banale e la risposta sollecita non tornino utili a modificare l’idea del rapporto tra cittadini ed istituzioni.
Il grillo parlante