L’associazione Tetra-Paraplegici del Friuli Venezia Giulia ha organizzato nella giornata di Mercoledì 5 Giugno 2024, in collaborazione con la ditta Triride e Promoturismo a Trieste/Miramare, una uscita di gruppo aperta a tutti, soci e non (come il sottoscritto), offrendo l’occasione di una bella escursione dal centro storico della città fino al Castello di Miramare con i suoi giardini, passando per il Porto Vecchio (in ristrutturazione) e il lungo mare di Barcola.
Il percorso si è svolto sia in andata che in ritorno sul medesimo tracciato, quasi interamente su ciclabile dedicata o comunque ben segnalata, con solo due attraversamenti stradali causati da lavori in corso.
La città di Trieste, per lo meno nel tratto di circa 9 km che dal Molo dei Bersaglieri, situato a pochi passi dalla centralissima e famosissima Piazza Unità d’Italia, sino al Castello di Miramare, non offre purtroppo ai propri cittadini delle spiagge, ma solo dei terrazzamenti in cemento molto frequentati, così siamo passati in gruppetto accanto a chi si godeva questi primi raggi di sole, di una primavera molto variabile. Del Castello di Miramare le cose da dire potrebbero essere tante, io mi limito a scrivere che è davvero un posto suggestivo, ben curato sia dentro nelle varie stanze del Castello che fuori nei giardini. Merita una visita? SI, sicuramente Si. Con i nostri propulsori elettrici è stato facile passare nei giardini, arrivare al bar, ai servizi (ci sono anche accessibili), percorrere anche la “balconata” che gira tutto intorno al castello, proprio sopra il mare, e che offre un punto di vista particolare. Una guida ci ha accolto, ha spiegato a tutto il gruppo la storia del Castello e dei suoi proprietari. Poi abbiamo visitato l’interno del Castello, ma gli spazi ristretti ci hanno imposto di lasciare parcheggiati in sicurezza i nostri Triride o simili. C’è anche un ascensore, piccolino, che può accogliere solo una carrozzina, ma che ti porta al primo piano dove si possono ammirare splendidi saloni, ed altri meno preziosi perché appartenuti a momenti storici differenti, in questo modo si sono potuti vedere gli stili derivanti da epoche e culture diverse.
Dopo la visita, percorrendo lo stesso percorso a ritroso, siamo tornati in centro città, dove gli organizzatori hanno previsto un pranzo in una location davvero particolare, nella Galleria Tergesteo.
Terminato il pranzo, partendo proprio dall’interno della galleria ed accompagnati da una guida turistica locale, abbiamo passeggiato per le vie del centro, percorrendo per primo il lungo mare, siamo arrivati al Canal Grande di Trieste, in antichità il primo porto della città, con i suoi palazzi di stili ed epoche differenti. Poi proseguendo verso l’interno città siamo giunti nella Piazza del Ponte Rosso, da qui oltre ad edifici imponenti, si possono ammirare la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo che padroneggia sul Canal Grande ma anche le cupole del Tempio Serbo-Ortodosso. Da sempre, raccontava la guida, in Trieste hanno convissuto etnie e religioni differenti, come era quasi normale accadesse in una città aperta, di mare e di confine.
Passeggiando ora per la pedonalizzata Via della Cassa di Risparmio, giungiamo in Piazza della Borsa dove domina appunto l’edificio della ex Borsa, una struttura in stile tempio greco degli inizi del 1800 che ospita ora la Camera di Commercio. Da lì attraversando Passo della Portizza arriviamo ai resti del Teatro Romano di Trieste che si trova ai piedi della Collina di San Giusto. Percorriamo poi tutta la Via del Teatro Romano per arrivare alla piazza principale, Piazza Unità D’Italia. È una piazza definita “aperta” perchè uno dei lati affaccia direttamente sul mare, si dice essere la più grande d’Europa di questo genere, ma la sua notorietà, la sua importanza è data dai palazzi che ne ornano gli altri tre lati. In questi palazzi storici hanno sede ora le tre amministrazioni principali, il Palazzo del Municipio che è sovrastato dalla torre campanaria sulla quale sono installati due mori, che dal 1876 scandiscono il trascorrere del tempo, nonché la campana civica con l’alabarda cittadina, il Palazzo del Governo/Prefettura e difronte la sede dell’Amministrazione Regionale del FVG. In mezzo troviamo la Fontana dei Quattro Continenti (perché il quinto non era ancora stato scoperto) realizzata intorno al 1750. Lasciamo la piazza principale di Trieste, e attraversiamo il Rione Città Vecchia, con le sue storiche vie per poi arrivare al Molo dei Bersaglieri, è il nostro “fine corsa”. Qui il gruppo si saluta e si dà un arrivederci a prossimi incontri.
A questo tipo di “raduni” Triride ho la fortuna di poter partecipare con un mio affezionato accompagnatore personale, mio nipote Alberto, che con la sua mountainbike mi accompagna ormai da anni. Ovviamente per raggiungere le varie località dove vengono organizzati questi incontri, noi ce la prendiamo comoda, così anche questa volta siamo partiti da Verona il pomeriggio precedente, abbiamo fatto tappa lungo la strada ad Aquileia per visitare la Basilica il cui interno è maestoso e solenne, ed il pavimento è costituito da un meraviglioso mosaico policromo del secolo IV, portato alla luce dagli archeologi negli anni 1909-12. Poi c’è anche un elegante soffitto ligneo a carena di nave che risale al secolo XV. Anche lo spazio verde intorno al complesso, ti ispira calma, tranquillità, ti incammina ad una visita meditata. È accessibile senza alcun problema e merita sicuramente una visita.
Lasciamo Aquileia, la nostra prossima meta è una tipica trattoria slovena poco lontana dal confine di stato, che avevo già visitato in passato, dove mi faceva piacere portare mio nipote per gustare un piatto locale.
Sulla strada del ritorno a Verona, dopo la giornata trascorsa fra il Miramare e il centro cittadino, facciamo una breve sosta al Sacrario Militare di Redipuglia (GO) che è un cimitero militare monumentale costruito in epoca fascista. Contiene le spoglie di oltre centomila soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale. Ogni 4 novembre, alla presenza del presidente del Senato (in sostituzione del presidente della Repubblica impegnato in analoghe e contemporanee celebrazioni all’Altare della Patria), si svolge in questo luogo una importante cerimonia di commemorazione per tutti i soldati morti durante la prima guerra mondiale.
È un luogo dove viene spontaneo accedere in silenzio e rimanere in silenzio durante la visita, in segno di rispetto delle salme qui sepolte, di quei soldati che hanno dato la vita per un senso di patria e di libertà.
Uscendo da questo luogo nella mia mente risuonano le parole di un cantautore italiano che in una canzone intitolata col nome di lager nazista scriveva: “Io chiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà”. Mi auguro che mio nipote abbia colto quest’ultimo messaggio.