Il 22 aprile 2016, è stata istituita la Giornata Nazionale della Salute della Donna, data di nascita del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, per dedicare all’universo della salute femminile una maggiore attenzione e diffondere l’importanza di una cultura della prevenzione che affronti il tema in un’ottica di educazione permanente. Il concetto di salute si è evoluto nel tempo per progredire in quello del benessere
BioPsicoSociale.
Ci viene spontaneo porci una domanda che, a ben guardare, ha più a che fare coi concetti di uguaglianza, equità e giustizia, e cioè: la tutela della salute è garantita in egual misura a tutte le donne, comprese quelle con disabilità?
Noi donne con disabilità motoria abbiamo spesso difficoltà nel sottoporci ai comuni esami specialistici, dove necessita sdraiarsi sul lettino… malgrado esistano lettini elettrici che permettono un più facile trasferimento dalla sedia a ruote, per esempio il quadro dei servizi rivolti alla salute ginecologica direi che è drammatica, in questo caso servirebbero lettini ginecologici regolabili in altezza, sollevatori e operatori disponibili ad aiutare la paziente soprattutto per chi ha una disabilità importante e non può essere accompagnata da un parente… praticamente una percentuale della popolazione femminile con disabilità non accede allo screening periodico perché non messe in condizione di poter fare gli esami… malgrado la nostra Costituzione riporta all’ art.32 – la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti… qui il diritto viene meno!
Gabriella Fermanti, Presidente OdV Galm – Gruppo Donne Galm
DOTT.SSA E. ROSSATO, DIRETTORE DEL SERVIZIO DI MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE, IRCCS SACRO CUORE DON CALABRIA, NEGRAR DI VALPOLICELLA (VR)
La lesione del midollo spinale può avere un impatto profondo sulla vita di una donna, influenzando la sua mobilità, la sua sensibilità, la sua funzione intestinale e vescicale e la sua salute sessuale. Questi cambiamenti sono particolarmente gravosi perché improvvisi ed inaspettati ed è necessaria una equipe riabilitativa multidisciplinare per poter aiutare la persona, la donna, ad affrontare ogni sfaccettatura della sua disabilità. Oltre alle barriere fisiche, le donne con lesioni spinali devono spesso affrontare sentimenti come depressione, ansia e frustrazione nei confronti del proprio corpo che cambia e delle relazioni interpersonali che si modificano. Anche il ruolo nella società può subire una deprivazione soprattutto
se si considera che a tutt’oggi la donna è spesso vista come soggetto fragile. La riabilitazione coglie allora la sfida di prendere per mano la donna aiutandola a conoscere il suo nuovo corpo con i limiti e le potenzialità che presenta ma anche supportandola nel processo di riconoscimento del proprio ruolo nella vita di relazione con il partner, nella famiglia e nella società. Spesso il concetto più difficile da interiorizzare è che si resta sé stesse in un corpo che cambia e per questo servono i centri specializzati e personale formato sia sotto il profilo medico, fisioterapico, delle autonomie della vita quotidiana che psicologico.
DOTT.SSA. FT M. PAZZAGLIA, FISIOTERAPISTA, IRCCS SACRO CUORE DON CALABRIA, NEGRAR DI VALPOLICELLA (VR)
Esistono anche invalidità che non si vedono. Può succedere che nel corso della vita la donna non sia più in grado di gestire al meglio i suoi sfinteri ovvero non riesce più a svuotare i visceri nei tempi e nei luoghi desiderati. Molte donne vanno incontro quindi ad incontinenze, ma anche prolassi di utero e vescica, retto e dolore pelvico. Può succedere che debba ricorrere alla chirurgia sempre in ambito uroginecologico
e proctologico. Queste problematiche possono insorgere a causa di una gravidanza, di un parto, di obesità di stipsi prolungata per molti anni. Alcune patologie poi possono colpire gli organi genitali come neoplasie ed endometriosi. Tutto ciò può essere notevolmente invalidante e impattare profondamente nella psicologia della donna e quindi nella sua vita di coppia, sociale e lavorativa.
È fondamentale rivolgersi sempre al medico specialista che saprà poi indirizzare la donna al miglior percorso medico ed eventualmente riabilitativo. In caso di dolore legato al ciclo o ai rapporti sessuali, non accettare mai la risposta medica: è normale avere dolore o che non ci sia nulla di anormale; rivolgersi invece a medici con esperienza di endometriosi o dolore pelvico cronico. Nelle patologie o disfunzioni
femminili molto importante è il ruolo della riabilitazione del pavimento pelvico, disciplina medica complementare all’intervento medico/chirurgico ancora misconosciuta. La fisioterapista aiuta la donna a conoscere il proprio corpo e le disfunzioni acquisite e si adopera per il loro recupero e per risolvere le problematiche legate al dolore. La Riabilitazione non si occupa solo delle disabilità evidenti ma anche di quelle più nascoste.