Rispetto agli ausili “ufficiali”, quelli artigianali consentono un notevole risparmio di tempi e costi,
e sono più facilmente integrabili nel vissuto degli interessati
di Laura Daveggia

È noto che gli ausili consentono di migliorare l’autonomia di persone con bisogni speciali, e che oggi molti prodotti presenti nei canali commerciali normali sono in grado di sostituire ausili specifici. È altresì noto che tali ausili/prodotti possono venire prescritti e forniti tramite SSN oppure acquistati direttamente dagli utenti. Nel primo caso, tuttavia, è necessario fare i conti con un iter burocratico ed una tempistica non sempre compatibili con esigenze immediate. Nel secondo caso i conti vanno fatti con un impegno economico non sempre compatibile con la situazione personale. È meno nota, invece, la possibilità di creare ausili artigianali che, nel rispetto di ovvie regole di sicurezza (non si crea p.es. un sollevapersone artigianale), possono risolvere egregiamente vari problemi.

Quali sono i vantaggi degli ausili artigianali?

• I tempi: di solito molto brevi, il necessario per procurare il materiale ed implementare l’ausilio

• I costi: assai ridotti, legati al materiale da acquistare (spesso in qualche centro commerciale)

• Il coinvolgimento: l’ausilio è creato con la partecipazione del diretto interessato; spesso da una persona a lui molto vicina (familiare, amico, fisioterapista). È un oggetto unico, creato appositamente per lui, esteticamente gradevole, con una forte valenza propositiva e relazionale che ne facilita moltissimo l’integrazione a livello emotivo.

Cosa serve per creare ausili artigianali?

• Una buona capacità di valutazione clinica di problemi e risorse della persona che ne usufruirà

• Inventiva e attitudine a guardare le situazioni da punti di vista diversi

• Un minimo di abilità tecnica

Vediamo di seguito alcuni esempi.

LA LAMPADA-CAMPANELLO.

Paolo ha 71 anni, è tetraplegico a causa di un’ischemia midollare di livello C6. La mano funzionale, ben confezionata, gli consente una buona autonomia nelle attività di vita quotidiana. Vedovo, vive al piano terra di un appartamento in due piani, al cui piano superiore vive la figlia. Rimane irrisolto il problema di avere una modalità per chiamare la figlia riuscendo a farsi sentir e al piano superiore, oppure la notte. Sul mercato esistono innumerevoli devices elettronici (foto 1) e potrebbe essere utilizzabile anche lo smartphone. Tuttavia, si tratta di oggetti che in alcune situazioni Paolo non è capace di manovrare (es: disteso a letto) inoltre, come spesso accade con le persone anziane, la tecnologia incontra la sua totale ostilità. È stata acquistata una lampada a batteria (foto 2), una delle classiche lampade notturne per i bimbi. Con l’aiuto di un amico elettricista si è sostituita la lampadina interna con il meccanismo di una sveglia con lo stesso tipo di batteria (nella foto insieme alla lampada). Si è così ottenuto un campanello, la cui parte centrale (la parte bianca nella foto, originariamente l’interruttore della lampada) funziona come un grande pulsante azionabile con forza minima ed in qualunque postura o modalità: con la mano, il braccio, la testa ecc. Quando è a letto, Paolo riesce a spostarlo nella posizione a lui più favorevole ed azionarlo senza problemi. Inoltre, essendo di fatto una sveglia, continua a suonare finché non lo si ferma intenzionalmente e la suoneria va in crescendo: impossibile non sentirlo!

Tempi e costi: Paolo una mattina ha acquistato la lampada insieme alla figlia in uno dei classici negozi “tutto un euro”; per la suoneria è stata utilizzata una sveglia che era già in casa. Il lavoro è stato fatto al pomeriggio: l’ausilio era pronto nel giro di un giorno al costo di pochi euro

IL PORTA-TABLET

Anna, paraplegica da parecchi anni, lavora in una ditta come figura amministrativa. Vive con il marito, dipendente in un supermercato, ed il figlio in età scolare. Durante il periodo di lockdown a causa del Covid-19, ha lavorato in smart-working ma da subito ha incontrato molte difficoltà. A casa, infatti, non ha una postazione ergonomica ed il computer veniva utilizzato dal figlio per la didattica a distanza. Così lei ha utilizzato il proprio tablet, ma ciò le ha creato molto presto dolori al collo ed alla schiena a causa di una postura scorretta. Inoltre, ha dovuto sospendere l’attività fisica precedente e ciò ha contribuito ad aumentare contratture e dolori. Chiuse le attività commerciali se non quelle di prima necessità, è stato quindi necessario utilizzare materiale già presente in casa. In soffitta c’erano delle vecchie cornici in legno, residuo di quadri che Anna aveva eliminato. In quanto cornici, erano già lisciate e sagomate. È stato sufficiente tagliarle nelle misure volute, ripulirle e riverniciarle. Incollate e fissate con semplici cerniere, hanno consentito di creare un supporto per il tablet regolabile in inclinazione, in modo da offrire ad Anna una postura più corretta (foto3-4). All’occorrenza, l’ausilio funziona anche come leggìo. Quattro libri sono serviti ad alzare leggermente un tavolino troppo basso, così da consentirle di infilarsi con la carrozzina ed appoggiare correttamente le braccia sul piano del tavolo. Anna ha avuto meno dolori ed è tuttora in modalità smart-working tre giorni alla settimana. Tempi e costi: alcune ore di lavoro, necessarie affinché il legno si asciugasse dopo riverniciato; costi nulli dato che si è usato materiale già presente in casa.

IL PORTACHIAVI

Marco, muratore, è tetraplegico C6 a causa di un incidente sul lavoro. Grazie alla mano funzionale ha un’ottima autonomia, ma non riesce a manovrare le chiavi. Ciò lo limita fortemente in quanto deve uscire e rientrare a casa solo se è presente un’altra persona. Come infortunato sul lavoro, l’INAIL copre molti costi in più rispetto al SSN ed a Marco è stato suggerito di automatizzare il portoncino d’ingresso. I tempi sarebbero tuttavia lunghi ed in ogni caso ciò non risolverebbe il suo problema: le chiavi dello sgabuzzino, dell’automobile, di un appartamento affittato per le ferie ecc resterebbero per lui inutilizzabili. Anche in questo caso sul mercato esistono ausili appositi, ma bisognerebbe provarli, prescriverli e…. aspettarli. Meglio fare un giro dal ferramenta, Marco ovviamente di attrezzi se ne intende. Quindi, mettendo insieme la sua competenza tecnica e la competenza clinica della fisioterapista ecco trovato l’ausilio (foto 5-6). Tempi e costi: alcune ore, per il percorso di andata/ritorno tra casa e ferramenta e sosta in negozio per provare vari tipi di pinze. Marco riesce ad infilare e sfilare la chiave dalla pinza in completa autonomia. Costi: 5 euro.

Per chi volesse approfondimenti, idee e schemi costruttivi:
https://hizy.org/fr/fablife/le-reglement
https://www.ausiliartigianali.org/