VIA TUTTE LE BARRIERE: È L’IMPEGNO

DEL COMUNE DI VERONA

Per la redazione del P.E.B.A. tutte le associazioni sono invitate a segnalare i “punti neri” nella nostra città

Nel maggio scorso una piccola delegazione della Consulta sull’Handicap del Comune di Verona ha incontrato gli architetti Leris Fantini e Stefano Maurizio. All’incontro erano presenti l’assessore Segala, i tecnici del comune, l’architetto M.Grazia Burato e l’ing Adriano Martinelli, per la consulta Roberta Mancini dell’Uici e Antonino Russo del Movimento Handicap aderente Fish Veneto. In discussione c’era il PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) del Comune di Verona e in particolare la condivisione dei suoi contenuti e dei processi metodologici per la sua stesura nonché la richiesta della partecipazione attiva delle associazioni che compongono la Consulta della Disabilità riguardo l’individuazione delle priorità negli interventi di eliminazione delle barriere.

In premessa va detto che il piano viene definito stralcio ma sarebbe più opportuno chiamarlo limitato in quanto non è stralcio di un piano più ampio ma limitato al centro storico o meglio quello che nei documenti di mappatura comunali viene chiamata città anticacon due incursioni verso sud parallele alla direttrice di corso Porta Nuova per poi risalire via Cesare Battisti e rientrare verso le mura.

Le rilevazioni effettuate hanno censito circa 2400 punti d’attenzione e di intervento su 292 vie indagate dai professionisti. Le risultanze sono state portate all’interno di un applicativo che dialogherà con i sistemi informatici del comune. Esso consente di avere, per ogni singolo punto d’attenzione, un quadro della situazione con la proposta di soluzione e il relativo costo, e di definire concluso l’intervento una volta realizzata l’opera favorendo la percezione dello stato di attuazione del PEBA.

Quello che è apparso evidente è che lo strumento di pianificazione proposto ha una notevole portata formativa sul personale addetto, considerato che potranno accedervi tutti i tecnici utilizzatori del sistema informatico territoriale integrato e che esso è in grado, attraverso le funzioni di query, di rappresentare le possibili soluzioni per classi di barriere.

Determineranno così la base per possibili linee guida da assegnare agli uffici tecnici che si troveranno da operare sull’intero territorio comunale. Quindi, pur con i limiti di copertura già citati, questo “stralcio” è una grande occasione di un salto di qualità per l’accessibilità e la mobilità della nostra città. Un aspetto importante dell’applicativo è dato dalla possibilità di “pesare” oggettivamente e soggettivamente le priorità degli interventi. Va premesso che il piano è stato costruito pensando ad interventi preferibilmente esaustivi sulle singole vie quindi la loro definizione ha tenuto conto della presenza in esse di elementi “attrattori” quali fermate dei trasporti pubblici, uffici ed esercizi pubblici, biblioteche, farmacie, sale cinematografiche, botteghe commerciali e/o artigianali e così via ognuno di questi elementi con un suo fattore di ponderazione che ha concorso alla determinazione del livello di priorità.: che è affidata ad un algoritmo che non può tener conto delle esigenze di singole persone che necessitano dell’intervento proprio perché li abitano o lavorano.

Per questo l’applicativo prevede la possibilità di tener conto anche di elementi soggettivi che potranno essere segnalati in riferimento alle persone con disabilità residenti o lavoranti nell’area interessata.

Tutte le associazioni quindi, sulla scorta delle informazioni già in loro possesso, o che vorranno raccogliere, sono invitate a segnalare quelle determinate  vie senza dover entrare in altri dettagli che non siano i loro nomi, il numero di soggetti interessati e le relative disabilità, cognitive, sensoriali o motorie.

Antonino Russo