Impegnata nella sensibilizzazione su disabilità e inclusione, la giovane porta ogni anno nelle scuole un progetto per studenti e docenti. Tra gli interventi più urgenti, un migliore accesso al mondo del lavoro e l’aiuto ai caregiver. Il motto? «Abbatti le barriere, fai la differenza, supera l’indifferenza!»

«Abbatti le barriere, fai la differenza, supera l’indifferenza!». Con questo slogan Marta Russo, 24enne studentessa romana alla magistrale di Psicologia Clinica, porta sui social grazie ai «I pensieri di Marta» la quotidianità di una persona con una diparesi distonica in esito a paralisi cerebrale infantile che l’ha portata a una disabilità motoria. «È importante uscire di casa, trovare il coraggio per sfidare i pregiudizi, senza arrendersi, e avere rispetto per gli altri», racconta al Corriere della Sera. Molte riflessioni e video  proposti sono legati a temi come cultura e turismo, perché «abbiamo il dovere di migliorare l’accessibilità per chi verrà dopo di noi. E il primo passo è proprio la sensibilizzazione». E in questo, blog e social, le consentono di «aprire una finestra sul mondo e di raggiungere target diversi di persone senza dovermi per forza spostare. Li considero un modo per superare gli ostacoli fisici ed entrare a casa di persone che liberamente possono decidere di accogliermi». Per quanto riguarda gli studi in Psicologia Clinica, «l’ho scelto per due motivi: capire meglio gli altri e seguire il mio sogno nel cassetto, diventare una criminologa nelle forze dell’ordine. So che la disabilità rappresenta un grande ostacolo e dovrò combattere anche questo schema, sperando che un giorno un’altra ragazza con il mio stesso sogno potrà riuscirci grazie al mio impegno di oggi». Una battaglia contro barriere fisiche e culturali che la giovane richiama nello slogan che «guida» il suo operato: «Abbatti le barriere, fai la differenza, supera l’indifferenza!». Una sollecitazione ai singoli «a essere una parte significativa dell’insieme. Un invito a riconoscere gli ostacoli fisici e culturali presenti nella nostra quotidianità, che vanno eliminati per realizzare una vera inclusione; a portare il proprio contributo per costruire un mondo migliore, più accessibile e inclusivo per tutti; a non girarsi dall’altra parte, «come se la disabilità non potesse mai entrare nella nostra vita, come se potesse essere contagiosa, o peggio, fosse indizio di qualcosa da evitare».

L’ATTENZIONE ALLE SCUOLE 
Da sempre – ricorda infatti Russo – «mi scontro con barriere architettoniche, ma soprattutto con barriere culturali. Sono convinta che, per realizzare un vero cambiamento, c’è bisogno di una rivoluzione culturale che dovrebbe partire dalle giovani generazioni. Per questo ho proposto alle scuole di ogni ordine e grado, in tutto il territorio nazionale, un progetto specifico su barriere, accessibilità e inclusione». La risposta è stata ottima e, dal 2020, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre), Russo si reca nelle scuole, proponendo ogni anno un tema differente, in linea con la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Un tassello in più consente di accrescere consapevolezza e sensibilità. «Gli alunni, guidati dai docenti, riflettono sui materiali che invio e producono un video o un elaborato che, poi, io pubblico sui miei social. Ogni scuola partecipante riceve un attestato di istituto attento alla disabilità e all’inclusione. Tra le diverse fasi del progetto c’è la possibilità di incontrare studenti, docenti, famiglie ed enti del territorio», sottolinea. Quest’anno l’idea è quella di realizzare un racconto inclusivo, con i migliori testipervenuti alla mail di Russo e giudicati da una giuria: «Alcuni scritti potranno trovare spazio in una pubblicazione destinata proprio alle scuole.
Un’importante novità per l’edizione 2024 è anche l’ingresso nel progetto dell’associazione “Diritti Diretti APS”, della quale da pochi giorni sono diventata presidente». 

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L’IDEA DI UN SITO PER MAPPARE LE STRUTTURE ACCESSIBILI
Amante dei viaggi, si è spesso scontrata con le barriere architettoniche nelle città, nei luoghi della cultura, nelle strutture ricettive o sulle spiagge: «Spesso il primo vero ostacolo è la reperibilità di informazioni sull’accessibilità. Mi sono quindi resa conto che è davvero difficile programmare e che, anche andare in vacanza, può diventare uno stress. Per questo, durante i convegni in cui sono relatrice propongo la realizzazione di un portale inter-istituzionale sul quale poter trovare le informazioni necessarie relative all’ambito turistico- ricettivo», spiega. Nell’attesa, ha realizzato lei stessa un sito utile a chi vuole organizzare un viaggio senza barriere: «Su ipensieridimarta.com pubblico l’elenco delle strutture ricettive che ritengo accessibili e fruibili, anche se restano tante le città in cui una persona con disabilità non può muoversi in libertà o in  autonomia, come oggi Napoli, dove mi sono trasferita», ricordando di aver seguito personalmente il progetto Napoli4All del museo dei Pellegrini, «eccellenza nel panorama dell’accessibilità ai luoghi della cultura. Peccato che, varcata la soglia dell’istituzione, non c’è marciapiede, manca un percorso accessibile, e non c’è possibilità di un parcheggio per una persona con disabilità motoria». Per questo – chiarisce – «propongo sempre l’inserimento di persone con disabilità motoria e sensoriale all’interno dei gruppi di lavoro che progettano, coordinano e realizzano i percorsi urbani o culturali, non solo in fase di progettazione, ma soprattutto in fase di collaudo».

«I pensieri di Marta», l'influencer dell'accessibilità: «Voglio costruire una mappa dei luoghi fruibili»
Marta Russo al G7 di Assisi 

L’ESPERIENZA DEL G7 DI ASSISI
In occasione del G7 di Assisi, il primo a livello ministeriale dedicato alla disabilità (dal 14 al 16 ottobre 2024) – e allargato ad altri Paesi di quattro continenti -, anche Russo era nella città di San Francesco, invitata dalla ministra Locatelli. Un evento che è stato anche «una sollecitazione sul piano internazionale, e anche in politica interna, a intraprendere scelte che pongano al centro la persona. Realizzare questa manifestazione ad Assisi, città notoriamente poco accessibile, ha rappresentato una vera sfida visto che per la prima volta nella storia un G7 è stato aperto alle persone e alle famiglie, in particolare con disabilità, che ogni giorno vivono sulla propria pelle difficoltà, ostacoli e discriminazione. Ogni attimo – confessa – mi ha regalato emozioni particolari: dagli stand delle associazioni su via san Francesco alle testimonianza degli ospiti, fino all’abbraccio con ministri e personalità in un rapporto alla pari». In particolare, proprio con Locatelli, «ho partecipato all’annullo filatelico, un momento simbolico, timbrando il primo francobollo dell’evento. Già nel 2023 era stato realizzato il più grande evento istituzionale italiano sulla disabilità: “Expo Aid – Io, Persona al centro”, all’interno del quale fui relatrice sul tema accessibilità universale, luoghi della cultura e turismo inclusivo. Insomma, il G7 rappresenta il naturale passo successivo, in vista di un prossimo G20».

ACCESSO AL LAVORO E ATTENZIONE AI CAREGIVER: DUE PROPOSTE
Ma come migliorare, nel concreto, accessibilità e inclusione? Russo pensa a due interventi «semplici e banali». Quello che conta è – conclude – «guardare ai talenti di ogni persona e valorizzare le sue potenzialità. Occorre migliorare la possibilità di accesso al mondo del lavoro, perché si riesca  fare il salto da assistito a contribuente. Non vogliamo pesare sulle economie, ma sulle scelte che ci riguardano. Molto spesso accanto a una persona con disabilità c’è una famiglia di caregiver che si prendono cura della persona in assenza di Stato, Regioni e Comuni. È necessario aiutare i tanti caregiver che, nel silenzio e nell’umiltà, soddisfano tutti quei bisogni indispensabili per una vita dignitosa. Ecco, inizierei da una mia piccola proposta sostenibile economicamente dedicata a restituire un minimo di serenità a queste famiglie».

fonte Corriere.it

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